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Autor: Costa, Emilio

Título: Cicerone giureconsulto.

Formato: 1 volumen

Páginas: 687

ISBN: 978-84-96579-85-9

Precio: 49.82 Eur.

El jurista Emilio Costa ha gozado en Italia de un justo prestigio. Sus obras han sido, sin embargo, poco conocidas en los ámbitos hispanohablantes. Ofrecemos la reimpresión de su monumental monografía, "Cicerón jurisconsulto", que trata un aspecto poco divulgado de la obra y el pensamiento de este eminente escritor: su condición de jurista. Cicerón será considerado por algunos sólo un filósofo, o tal vez sólo un literato, pero de lo que no hay duda es de que su nombre aparece vinculado a la elocuencia forense y a la reflexión sobre el derecho desde sus primeros escritos.

[ÍNDICE]

INDICE E SOMMARI

PROEMIO - DEGLI STUDI GIURIDICI INTORNO A CICERONE E DEL PRESENTE LAVORO. (p.I).

1. Tendenza prevalentemente fortnale degli studi sopra Cicerone nel Rinascimento.

2. Di qualche singolare ricerca intrapresa nel Cinquecento intorno alla contenenza giuridica di alcune scritture ciceroniane.

3. Da giuristi della scuola culta.

4. E da taluno fra gli umanisti commentatori delle orazioni.

5. Giuristi e umanisti commentatori delle scritture filosofiche e rettoriche, anche nei luoghi di esse relativi al diritto.

6. Defìcenza di studi giuridici intorno a Cicerone dopo il secolo XVI. Saggio di una bibliografia relativa.

7. L’ assunto del presente lavoro.

LIBRO I - I CONCETTI GENERALI DI CICERONE SOPRA IL DISTRITO, LE SUE PARTIZIONI, LE SUE FONTI. (p.13).

I. La tendenza pratica e nazionale delle dottrine filosofiche di Cicerone intorno allo Stato e al diritto

2. ius Naturale.

3. Jus naturale e iustitia.

4. e ius civile.

5. I libri ciceroniani de iure civili in artem redigendo

6. Il ius gentium. 7. Jus privatum e ius publicum.

8. Jus aequitas, aequum bonum.

9. Licere ed oportere.

10. Fas.

11. Le fonti del ius civile.

12. La Lex.

13. leges rogatae e leges datae. 14. La consuetudine e l’editto pretorio.

15. La funzione abrogativa dell’editto.

16. La giurisprudenza.

17. Il passo della Top. 5, 28 e le fonti del ius civile. 18. Jus scriptum e ius non scriptum.

LIBRO II - IL DIRITTO PRIVATO

CAP. I - Familia e caput. (p.45).

I. Preesistenza delle aggregazioni domestiche allo Stato.

2. La gens: le supravvivenze dei prischi attributi politici di essa al tempo di Cicerone.

3. La familia .

4. La patria potestas.

5. Il contenuto di essa nei rapporti personali.

6. E nei patrimoniali. La capacitá d’obbligarsi del figliofamilia.

7. L’acquisto di figli alla potestas dell’uomo mediante procreazione da matrimonium iustum.

8. Matrimonio cum nanu e sine manu al tempo del Nostro.

9. La conclusione e la dissoluzione del matrimonio sine manu.

10. Gli sponsali: mulier sponsa: mulier parta in Cicerone.

11. Gli impedimenti al matrimonio, e la parentela in particolare: valutazione di testimonianze del Nostro relative a particolari diritti municipali.

12. Dos e res uxoria. Il iudicium rei uxoriae.

13. Le ritenzioni del marito sulla res uxoria da restituirsi.

14. I termini nella restituzione della res uxoria: la restituzione della res uxoria di Tullia e di Terenzia.

15. La risolubilità della propneta del marito sopra le cose dotali.

16. Matrimonio e concubinato.

17. L’assunzione di figli alla flotesfas mediante atto civile: l’adozione. Il conflitto fra la potestas dell’adottante e i rapporti persistenti dopo l’adozione fra l’adottate e il padre naturale di lui.

18. La potestas degli agnati e dei gentiles sopra gli impuberi e sopra le donne non soggette a potestas paterna: e la sua prisca funzione.

19. Designazione di tutela data ad essa potestas nel tempo del Nostro, e la sua recente funzione protettiva.

20. Obblighi del tutor e sanzioni statuite contro l’inadempienza di essi.

21. L’atteggiamento della tutela muliebre, nel nuovo assetto della tutela.

22 La capacità giuridica della donna, liberamente da inceppi corrispondenti alla tutela.

23. I senes coëmptionales e l`uscita della donna dalla tutela agnatizia.

24. La potestas degli agnati e dei gentiles sopra il furiosus ed il prodigus, e la sua recente designazione di cura o curatio.

25. Congettura intorno al momento relativamente avanzato, in cui la potestas sugli impuberi e sulle donne e la potestas sul furiosus e sul prodigus si distaccarono dalla generica potestas familiare ed assunsero configurazioni e denominazioni proprie ed autonome.

26. La cura furiosi e la cura prodigi, ne’ suoi più nuovi estendimenti, fuori de suoi presuposti primitivi.

27. I soggetti ala familia in condizione servile: patria potestas ed herilis potestas.

28. Il servo come partecipe al ius naturale.

29. Il concetto ciceroniano della schiavitti.

30. Le cause della schiavitú e un luogo dell'orazione por Caecina.

31. Il raggiungimento della libertà pel servo. Il valore durato al controllo magistratuale sulle manomissioni nel tempo del Nostro.

32. Il pecuulio del servo dopo la manomissione.

33. La soggezione del manomesso al manomittente : il patronato.

34. L' addictus e l'auctoratus.

35. La personalitá giuridica e la sua designazione: caput e persona.

36. Estendimento d' persona a significare la personalità giuridica degli enti collettivi.

37. Capitis deminutio.

38. L’onorabilità civica. l’infamia, la nota censoria.

CAP II - II dominio e i iura iu re aliecua. (p.91).

1. Lo stato di natura e l'origine del dominio.

2. la giustificazione filosofica del dominio.

3 Il dominio nel diritto positivo di Roma La sua primitiva esi´stenza sopra res mancipi.

4. Il dominio anche delle res nec mancipi al tempo di Cicerone.

5. Familia pecuniaque.

6. L'acquisto del dominio per adsignatio.

7. L'adsignatio coloniaria e la lex Servilia. Suscettibilitá di tutte le terre italiche al dominium.

8. La lex Flavia e la lex Julia.

9. Il dominio della terra italica e la spettanza della terra di provincia.

10. L'acquisto per praedae sectio.

11. La primitiva inalienabilitá della terra adsignata, e la sua successiva alienabilitá.

12. L'acquisto per mancipatio.

13. L'inapplicabilitá della mancipiatio alle res nec mancipi.

14.Inapplicabilitá alle res nec mancipi anche dell ' in iure cessio.

15. E della usucapio.

16. Strumenti idonei a suppliere all'inapplicabilitá del l'usucapio a res nec mancipi.

17. I requisti dell'usucapio.

18. Gli acquisti iuris gentium del dominio su res nec mancipi.

19. Gli attributi del dominio e le sue limitazioni.

20. I presupposti dell' actiio aquae pluviae ancendae in particolare.

21. La contiguitá degli edifizi e la cautro aanini infecti.

22. Il dominio e l' espropriazione per causa di utilitá pubblica.

23. Tutela del dominio. Eccezionalitá della formula petitoria.

24. Probabile inesistenza al tempo del Nostro dell'actio Publiciana.

25. Un luogo di Cicerone (Ad. Att. 13, 12, 2) ed il problema della ricognizione in Roma della proprietá letteraria.

26. La terra data adsignata a titolo di dominium e la terra occupata nell'ager publicus. la possessio el il suo consolidamento in rapporto analogo al dominium.

27. Conversione legale del detto rapporto in dominium. Nuovo senso di possissio come sinonimo di patrimonio.

28. Nuova funzione assunta dagli strumenti processuali introdotti a difesa del rapporto giá esistente sulle terre occupate nell'ager publicus: il rapporto difeso e protetto al tempo del Nostro come possissio.

29. la questione possessoria dibattuta nell¡orazione pro Caecina. I precedenti del fatto, pel quale fu impetrato da Cecina l'interdictum un hominibus armatis coactisve.

30. La sponsio circa l'esistencia del presuposti di codesto interdetto.

31. Praedium optimo iure e praedium serviens.

32. I iura praediorum rusticorum.

33. Ura praediorum urbanorum: iura stillicidiorum e iura parietum.

34. Jura luminum.

35. L'usucapio delle servitù e il passo pro Caec. 26, 74.

36. L'iter ad sepulchrum.

37. Il diritto reale d'usus fructus; l'imperfetto suo svolgimento.

38. Area e superficies ed il diritto reale di superficie. Il ius agro vectigali.

39. Le garanzie reali; pignus e fiducia.

40. La subsignatio praediorum e la cautio praedibus praediisque.

41. L'hypotheca greca nella provincia d' Asia.

Cap. III. Le obbligazioni. (p.145).

I. I sensi d'obligare presso Cicerone.

2. Obligare nel suo riferimento di cosa a persona.

3. E nel suo riferimento di persona a persona. 4. I sensi di obligare nel loro rapporto con quelli d' alligare o adligare, adstringere, obstringere, diviencire, constringere.

5. L'obligatio quale iuris vinculum.

6. Le obbligazioni da delitto in sullo scorcio della repubblica.

7. L'actio vi bonurum raptorum e i suoi presupposti in relazione coll' orazione por Tullio.

8. L'actio metus e le condizioni politiche che ne determinarono l'introduzione.

9. L'actio de dolo e l' edictum de dolo.

10. L'accenno del Nostro ad un iudicium de dolo malo et de fraude emanato a Pergamo ed i soccorsi dati contro l dolo nella giuriscizione provinciale.

12. Nuovi atteggiamenti assunti al tempo del Nostro dalle figure decemvirali di delitti privati. L'iniuria come lesione morale.

13. Il furtum e le definizioni scolastiche di esso.

14. Il damnum e i presupposti dell' actio legis Aquiliae.

15. Gli accenni ciceroniani al nexum come a cosa viva e presente ed il ricordo sopra la legge abolitrice del nexum nei libri de re publica.

16. I sensi prevalenti di sponsor e spondere presso il Nostro nel loro riferimento a garanzia di obbligazioni altrui. Valore di cotali sensi per la quiestione relativa alla genesi della sponsio.

17. La sponsio e la stipulatio nel tempo del Nostro.

18. L'expensilatio ed il denaturamento seguitone al tempo del Nostro.

19. L'expensilatio nel suo rapporto con l'annotazione di un creditum nel liber adversariorum, a proposito dell'orazioe pro Roscio comeoedo.

20. L'expensilatio nel codex accepti et expensi el le anotazioni di crediti nei libri domestici greci.

21. La syngrapha.

22. La syngrapha rilasciata a Scapzio dai rappresentanti di Salamina.

23. come la Lex Gabinia si riferisse verisimilmente alle syngraphae de provinciali, non al negozio di mutuo in generale.

24. La dotis dictio.

25. Il iussiurandum liberti.

26. Le obbligazioni di un certum e la condictio.

27. Un luogo dell'orazione pro Roscio com. (4, 12) e il preteso estendimento della condictio allle obbligazioni.

29. I negozi di buono fede giuridicamente riconosciuti nel tempo del Nostro. Valore esempleficativo degli elenchi ciceroniani dei iudicia bonae fidei.

30. La ricognizione del deposito.

31. E della negotiorum gestio,nei suoi effetti obbligatori del dominius verso il gestore.

32. La ricognizione del mandato e la sua probabile genesi dall'editto de negotiis gestis.

33. Mandato e procuratio. La difinizione ciceroniana del procurator.

34. Societas in senso generico e specifico.

35. I singoli tipi di societates accennate nelle scritture di Cicerone.

36. Della societas negotiationis di cui si tratta nell' orazione pro Quinctio.

37. Le societates vestigalium.

38. La compravendita e la locazione. La loro funziione di quaestus. I conflitti frai termini della fides che le disciplina nel diritto positvo, ed i termini della fides improntata al ius naturale.

39. La matura consensualitá della vendita. Venditio spei e vendita di generi sopra campioni.

40. Le locazioni di terreni e di insulae.

41. Locatio operarum e locatio operis.

42. Recipere ed il suo senso e valore generico d'assumere impegno.

43. Il constitutum e l'esistenza dell'actio de constituta pecunia al tempo di Cicerone.

44. Il votum e la sua giuridica obbligatoiretá.

45. Inesistenza al tempo di Cicerone di giuridica obbligarotietá della pollicitatio.

46. Pactum, pactio, pactum et conventum e pactum conventum.

47. I pacta in senso ristretto di convenzioni sporvvedute d'azione.

48. Contrahere ed il suo senso e valore presso Cicerone.

49. L'estinzione delle obbligazioni e la solutio.

50. La transactio.

51. Novae tabulae e datio in aestimationem.

52. Garanzie personali delle obbligazioni.

Cap. IV. Le successioni. (p.211).

1. Hereditas in significato di pecunia.

2. Heriditas in significato di successio in universum ius.

3. La delazione intestata dell' hereditas secondo il ius civile.

4. L'informazione della condizione dell' heres su quella di un figlio.

5. Le dereghe apportate alla delazione del ius civile colla pretoria bonorum possessio. La probabile esistenza al tempo del Nostro della bonorum possessio unde liberi e della bonorum possessio unde vir et uxor, oltre che della b. p. unde cognati.

6. Il predominio della delazione testamentaria dell' hereditas su quella intestata, nel momento del Nostro.

7. Concetti sul testamento improntati alla filosofia greca; e concetti improntatia al senso nazionale romano.

8. Le forme del testamento nel tempo del Nostro.

9. Il testamento scritto el al bonorum possessio secundum tabulas.

10. La capacitá di testare delle donne.

11. Due luoghi attinenti la capacitá di testare del condannato per parricidio.

12. La capacitá di ricevere del Volterrani dopo la lex Cornelia.

13. La capacitá delle donne di ricevere per testamento: la lex Voconia e l'avversione prevalsa contro di essa nella comune coscienza.

14. Partiti sopraggiunti per eludere la lex Voconia el il luogo de finibus 2, 17, 55.

15. Inesistenza nel momento del Nostro delle norme classiche attinenti l'istituzione e la diseredazione delle figlie e dei nipoti.

16. L'esatta formulazione della regola " unius pecuniae plures dissimilibus de causis heredes esse non possunt" nel passo de inv. 2, 21, 63.

17. Il luogo del de oratore I. 38, 175 e l'exheredatio.... dei sui.

18. L'istituzione dei postumi sui in sullo scorcio della repubblica.

19. La substitutio pupillaris e la causa Curiana.

20. Disciplina vigenti al tempo del Nostro intorno alle condizioni illecite apposte nel testamento.

21. La condizione del suus rispetto all'hereditas e l'esistenza del beneficium abstenendi al tempo del Nostro.

22. L'acquisto dell'estraneo per mezzo della cretio. Segni presso il Nostro d'una generale apllicazione di questa.

23. L'usucapio pro herede.

24. Gli effetti dell' acquisto per la successione dell'erede nei diritti e nelle obbligazioni patrimoniali del defunto.

25. Di una pretesa condictio nel luogo por Flacc. 25, 59.

26. La responsabilitá pei debiu ereditari proporzionale alla quota ereditaria.

27. Provvisioni magistratuali a tutela dei creditori ereditari e l'editto si heres suspectus non salisdabil.

28. I sacra e l'hereditas.

29. Inesistenza al tempo del Nostro d'una giuridica disciplina dell'indignitas e della capacitas.

30. avviamento alla determinazione di un incapacitas dipendente da ufficio.

31. I luoghi ciceroniani relativi al legata. Riferibilitá di essi alla sola figura del legatum per daminationone.

32. Controversie usuali in materia di legati nel tempo del Nostro. Il diritto di scelta e la clausola que volet.

33. Il legatum argenti e la pecunia numerala.

34. Il legatum penu.

35. Pertinenza alla vita sicula degli accenm ciceroniani a multe testamentarie.

36. Il valore delle leggi limitratrici delle liberalitá ordinate per legato.

37. La competenza del centumviri sulle questiom ereditarie ed il luogo de ord. I, 38, 173.

Libro III. Il Diritto Pubblico.

Cap. I. Le scritture politiche di Cicerone e le sue dottrine intorno allo Stato. (p. 255).

1. Il rapporto fra i libri di Cicerone de re publica e de legibus e le scritture politiche del filosofi greci.

2. Reminiscenze certe di Aristotele e di Platone in alcuni luoghi de re publica.

3. Probabile influenza del.... di dicearco sopra l'immagine di un permixtum genus di costituzione, che Cicerone vi rappresenta come preferibile.

4. Inammissibilitá di un influenza dello stesso sopra l'orditura generale del trattato de republica.

5. La praticitá del detto trattato.

6. Influenze di Panezio e di Posidonio sopra l'orditura e la composizione dei libri de legibus.

7. Gli elementi attinti pei detti libri dalla costituzione romana viva e presente.

8. Il concetto ciceroniano dello Stato e l'impronta nazionale di esso.

9. Gli organi essenziali dello Stato.

10. Il significato proprio e tecnico di civitas.

11. E di res publica.

12. Esempi di equi pollenza del due sostantivi.

13. La personalita dello Stato nel concetto del Nostro.

Cap. II. Popolo e cittadini. (p.271).

1. L'appartenenza al populus romanus.

2. I conferimenti individuali della cittadinanza romana per decreto di magistrati delegatarii del popolo della facoltá di concederla.

3. Conferimenti per legge della cittadinanza romana a cittá straniere.

4. Se pel conferimento della cittadinanza a singoli straniere di cittá federate occorresse l'adesione della cittá alla quale appatenevano. L'orazione pro Balbo.

5. Critica degli argomenti addottivi da Cicerone per sostenere la non necessitá di tale adesione.

6. La legge Plautia Papiria e l'orazione pro Archia.

7. La controversia dibattutavi, circa la possibile concorrenza simultanea di piú cittadinanze, conformente al diritto greco.

8. I mezzi d'acquisto della cittadinanza particolari ai Latini.

9. La perdita della cittadinanza e le cagioni costituzionalmente per essa prestabilite.

10. L' inconstituzionalità della legge di Silla contro i Volterrani.

11. L'incostituzionalità della lex Clodia.

12. Le proclamazioni del Senato di hostes togali.

13. Aqua et igni interdictio e l'exilium penale.

14. L'exilium volontario.

15. L'accettazione di una cittadinanza straniera e i dubbi dominanti, nel tempo del Nostro, circa l'effetto di essa sulla perdita della romana cittadinanza.

16. La lex Sulpicia e la ripartizione di tutti i cittadini nelle trentacinque tribù.

17. Differenze locali di diritto privato fra i municipia.

18. Diritti essenziali dei cittadini: preservazione dell'intentritá personale, libertà di soggiorno e d'associazione.

19. Obblighi dei cittadini: servizio militare e tributum.

20. Differenze persistenti fra patrizi e plebei.

21. Trapasso dall'uno all'altro ordine: la transitio ad plebem.

22. Le nuove disuguaglianze formatesi entro lo Stato fra gli appartenenti alla nobilitas e all'ordo equestris e gli estranei a tali ordini.

23. Le funzioni giudiziarie assunte dai due ordini e le sanzioni comminate al doloso esercizio di queste.

24. La denominazione ed il vestito del cittadino.

Cap. III. I Comizi. (p.299).

I. La sovranità popolare e l'esercizio di questa nei comizi.

2. I comitia curvata la proposta di Servilio Rullo.

3. Inesistenza di assemblee della sola plebs.

4. I comitia tributa contrapposti ai comitia centuriata, quali asemblee di tutti gli inscritti alle tribus.

5. La sovrapposizione dei comitia tributa sui comitia centuriata nell' esercizio dei precipui attributi della sovranità.

6. I comizi tributi, quali organo delle esorbitanze popolari di contro alle potestà costituzionalmente spettanti al senato.

7. Il senso e valore di plebiscitum.

8. La tradizione circa la portata della lex Hortensia. La pertinenza della detta lex alle deliberazioni dei comizi tributi.

9. Riferibilità ai comizi tributi delle discipline stabilite dalle leggi Aelia e Fufia per l'obnuntiatio.

10. La presidenza delle assemblee tribute e delle centuriate.

11. Identità delle norme vigenti per le loro convocazioni in esse.

12. Le leggi tabellariae, e l'attitudine del Nostro di fronte ad esse.

13. L' infrequentia nei comizi specialmente legislativi.

14. Ordine della votazione.

15. Se nei comizi centuriati cittadini inscritti nelle centurie di una data tribu potessero essere assunti in rappresentanza delle centurie di un' altra.

16. Limiti di validità e sanzioni di nullitá delle deliberazioni.

17. Tarda clausola di immutabilitá di esse.

Cap. IV. Il Senato. (p.323).

1. Il senato consilium publicum.

2. L'auctoritas del senato e la potestas del popolo.

3. La sovrapposizione recente del senato al popolo nell' esercizio di poteri sovrani.

4. Senatus populusque romanus.

5. Poteri sovrani esercitati promiscuamente dal senato e dal popolo.

6. Le concessioni senatorie di privilegi e la portata del senato consulto che derogó alla lex Gabinia de syngraphis.

7. Inesistenza presso il Nostro di tracce di senatoconsulti legislativi.

8. Le privazioni pronunziate dal senato contro singoli cittadini delle guarentigie della romana cittadinanza e la soppressione ch' esse importano del diritto sovrano digrazi.

9. La cooptazione senatoria di Cesare Ottaviano.

10. Come l'estendimento dei poteri del senato non corrisponda ad usurpazione di attributi magistratuali.

11. Il mutumento sopraggiunto nel rapporto fra il senato e la magistratura consolare, per l'iniziativa.

12. L' emancipazione del popolo dall' auctoritas senatoria (patrum auctoritas) e l'asunzione da parte di questo di competenze già proprie del senato.

13. Semplice valore storico dei ricordi dell'auctoritas prestata al popolo nell' esercizio dei poteri sovrani.

14. Il luogo pro domo 14, 37-8, e la sua inconcludenza a comprovare la sopravvivenza della patrum auctoritas come istituto presente.

15. Assunzione aí comizi tributi di competenze che spettavano classicamente al senato.

16. Destinazioni popolari dei governi di provinci.

17. La legge Vatinia ed il contegno del partitio senatorio e del Nostro rispetto ad essa.

18. La legge Pompea Licinia e le doglianze del Nostro contro di essa.

19. Il termine prefisso da questa al potere di Cesare.

20. Il contrasto tra il S. C. del 7 gennaio 705 e la legge Pompea Licinia.

21. I giorni prefissi alle adunanze del senato e la lex Pupia.

22. I luoghi dati alle adunanze del senato e la pubblicità di queste.

23. Relativa frequenza ad esse.

24. Il ius cogendi del magistrato ed i suoi attributi.

25. La relatio del magistrato presidente.

26. La rogatio sententiarum.

27. La esposizione delle sententiae.

28. Il voto.

29. Deliberazioni del senato per discessionem.

30. Redazione in iscritto e registrazione del senatoconsulti.

Cap. V I Magistrati. (p.355).

1. Il magistratus depositario di potestà pubbliche per mandato del popolo che lo elegge.

2. Magistratus, potestates, curationes.

3. Volontarietà dell' assunzione delle magistrature.

4. Discipline date all' ambitio degli aspiranti alle magistrature, di fronte al corpo elettorale.

5. La professio personale della candidatura al magistrato presidente l' assemblea elettorale.

6. Divieti legali all' iteratio della magistratura e l'imposizione di un termine intercedente fra la gestione di queste.

7. Requisiti di capacitá per l'assunzione delle magistrature.

8. Motivi d'incapacitá.

9. Il tirocinio militare.

10. L' età minima prefissa per le singole magistrature

11. L'elezione dei magistrati.

12. L'entrata in funzione dei magistrati eletti.

13. La lex curita.

14. il iusiurandum in leges.

15. Il iusiurandum del magistrato uscente.

16. Cessazione dalla magistratura.

17. La destituzione del magistrato per atto del popolo sovrano.

18. Prerogative ed attributi dei magistrati en generale.

19. L'auspicium.

20. La coercitio.

21. Attributi e prerogative dei magistrati supremi del popolo e della plebe.

22. Jus cum populo agendi, ius cum plebe agendi, ius referendi ad senatum.

23. Collegialità ed intercessio.

24. Prerogative formali dei magistrati.

25. Corteggio ed assistenza di apparitores.

26. Il consilium.

27. Il diritto di seggio nelle pubbliche adunanze e la toga praetexta.

28. Prerogative trasmissibili ai discendenti: il ius imaginum, le statue onorarie, i seggi commemorativi.

29. Concessioni di prerogative formali della magistratura, indipendentemente dall' effettivo possesso degli attributi sostanziali di questa.

30. Le singole magistrature.

31. Il tribunato della plebe: sopravvivenze nel tempo del Nostro della sua natura originaria.

32. Il tribunato della plebe nelle dottrine politiche di Cicerone.

33. Attributi caratteristici al tribunato.

34. La cognitio tribunizia pei reati politici.

35. L'intercessio tribunizia.

36. La pretura ed il suo rapporto col consolato.

37. Il governo di provincia ed il distacco seguitone dalla pretura e dal consolato.

38. La censura e le contraddizioni dei partiti in rapporto ad essa.

39. Il magisterium morum dei censori.

40. La rappresentanza patrimoniale dello Stato.

41. L'edilità e la sostanziale fusione compiutasi innanzi al tempo del Nostro fra l'edilità curule e la plebea.

42. L'edilità e l'ufficio di iudex quaestionis.

43. La questura, le provinciae quaestoriae e la loro distribuzione tra i questori eletti.

44. Le questure italiche ed in particolare la quaestura aquaria negli accenni del Nostro.

45. Le questure provinciali.

46. I minores magistratus a titole permanente.

47. E a titolo non permanente.

48. Vacanza della magistratura consolare ed interregnum.

Cap. VI. Lo Stato e le aggregazioni locali. (p.399).

1. Municipia e colontae italiche nel tempo di Cicerone.

2. La loro autonomia territoriale.

3. L'autonomia finanziaria.

4. L' autonomia amministrativa ed i suoi organi.

5. Le città municipali e lo Stato.

6. L'autonomia locale in rapporto coi poteri dello Stato, ed un luogo delle Catilinarie.

7. Città italiche partecipi alla romana cittadinaza, e città investite del ius Latin.

8. Le città estraitaliche e la loro normale condizione di soggezione.

9. Città stipendiariae, foederatae e sine foedere immunes.

10. La varia distribuzione di queste e il loro diverso assetto nelle singole provinciae.

11. Oscillante loro condizione e corrispondenti incertezze nel valore dei vocaboli adoprati a designarle.

12. Associazioni di cittá provinciali.

Cap. VII. Pace e guerra. (p. 411).

1. I rapporti fra Roma e gli Stati stranieri e le fonti del diritto internazionale.

2. La violazione dei trattati e la guerra.

3. Discipline giuridiche all'esercizio della violenza in cui si concreta la guerra.

4. L'intimazione della guerra.

5. La condotta della guerra.

6. L'obbligatorietà per gli Stati belligeranti delle convenzioni concluse durante la guerra, e relative alla sospensione o alla cessazione di questa.

Cap. VIII. Le magistrature straordinarie e la genesi del principato. (p.419).

I. Deroghe arrecate dopo il secolo VI alle discipline vigenti per le magistrature.

2. In particolare la delazione della somma delle potestá magistratuali ad un unico eletto

3. Delazione di potestà straordinarie e sovrane: la dittatura di Silla.

4. La di Cesare ed il suo sostanziale carattere di monarcato.

5. Ammonimenti di Cicerone contro i pericoli della forza militare, costituente il presidio di siffatto monarcato; ed il comportamento di lui verso Ottaviano.

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